Ogni anno, a maggio, l’UNESCO celebra la Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo, sottolineando non solo la ricchezza delle culture del mondo, ma anche il ruolo essenziale del dialogo interculturale per raggiungere la pace e lo sviluppo sostenibile. Traendo spunto da questa ricorrenza, Corals inaugura mercoledì 7 maggio la mostra dal titolo “Identità plurali: un dialogo tra culture” che porta in scena le opere degli artisti Adokou Zambé, Sokhna Mariama Diakhate e Patrick Joël Tatcheda Yonkeu, a cura di Greta Zuccali.
In un panorama artistico globale che riconosce con crescente interesse la ricchezza e la vitalità dell’arte africana, questa mostra si presenta come una vibrante celebrazione della cultura e della creatività del continente che incontra nuovi stimoli.
Le opere di Patrick Joël ci parlano di fratellanza, uguaglianza e diritti civili nel contesto globale della neocolonizzazione, soffermandosi sul rapporto tra essere umano e le sue manifestazioni culturali e religiose.
Nel processo di creazione l’artista utilizza materiali effimeri come la carta e lunghi processi di essiccazione di pigmenti naturali. Una processualità che è vicina alla narrazione di un rituale, legato alle tradizioni africane e al culto degli antenati.
La serie esposta in mostra, dal titolo “Geopoetica” (2022) è un gruppo di stampe create con una tecnica particolare definita “distruzione creativa”: la matrice, cioè la base da cui si stampa, crea autodistruggendosi. In queste opere, l’artista ha impresso sulla carta le venature delle ali di farfalla, trasformandole in mappe di un mondo immaginario dove la libertà è pura poesia.
In un mondo costantemente rimodellato dalle forze della geopolitica, dove confini e leggi spesso imprigionano, l’arte non può rimanere immune. Ogni pennellata, ogni nota, ogni verso risuona sullo sfondo di equilibri precari e tensioni latenti. Eppure, in questo scenario complesso, emerge la visione dell’artista Patrick Joël che con la sua serie “Geopoetica” rielabora il concetto stesso di geografia. Lungi dal concepirla come un mero elenco di luoghi definiti e limitati, l’artista la trasforma in un’assenza di confini, in una superficie sconfinata dove lo spazio si fonde con l'infinitezza dello spirito. Attraverso la mente, il pensiero, l’umanità, la vita stessa, si aprono dimensioni inattese.
“Geopoetica” diventa così il luogo dei possibili futuri, un orizzonte dove gli individui e i popoli si liberano dalle catene dei limiti. Un’utopia, forse, ma intrisa di una speranza tenace, vibrante come le ali di una farfalla.
L’artista di origine togolese Adokou Zambé porta in mostra invece due lavori pittorici, un’installazione e una performance dal titolo Identità.
Il lavoro di Adokou Zambé si fa portavoce di un messaggio potente sull’integrazione culturale e sulla celebrazione dell'identità. Attraverso le sue pitture, l’artista ci invita a riconoscere la bellezza e il valore intrinseco di ogni luogo e di ogni persona.
L'installazione “Agamazizan” (“Colori di Dio”) eleva un inno alla non discriminazione, ricordando che l’umanità intera è creazione di un unico artefice. Come riflessi di questa entità senza colore, ogni essere umano merita rispetto e pari diritti. L’opera utilizza bottiglie artisticamente lavorate con gesso, stoffe, corde e conchiglie per rappresentare i colori dell'Africa, offrendo uno sguardo sulle loro culture, la loro vita e le loro fedi.
La performance “Identità” traduce invece in movimento e parole il cuore tematico della mostra. Attraverso la danza e la recitazione, mira a coinvolgere il pubblico in un atto di accettazione verso chi ci circonda, superando ogni barriera di identità o religiosa.
Infine l’artista Sokhna Mariama Diakhate, (aka Alien), pseudonimo artistico che racchiude le sensazioni provate durante l’atto creativo, con la sua arte ci porta una riflessione profonda sul mondo e sulla condizione umana. La scelta del suo nome non è casuale e non è slegata dal suo fare arte: evoca sia la sua percezione del pianeta come una “casa speciale” bisognosa di maggiore rispetto di fronte all'incuria umana”, sia la sua personale esperienza di migrazione. Questa transizione, vissuta come un percorso interiore e spirituale in “terre di mezzo”, è vista come un momento delicato che conduce a un nuovo consolidamento dell'identità senza rinnegare le proprie radici.
Proprio da questa esperienza di contatto con un’altra cultura, Alien sviluppa una forte sensibilità verso l’intercultura, riconoscendo l’importanza e la bellezza della diversità come fonte di arricchimento e di connessione tra le diverse etnie del mondo. Questa apertura si traduce in opere che esplorano idee e temi a lui cari, capaci di suscitare riflessioni profonde.
Una delle sue principali fonti d'ispirazione è la Natura, tanto da definire la sua prima fase pittorica come “Nature Art”. Questa connessione con il mondo naturale si manifesta attraverso opere che ne catturano l’essenza e la trasmettono con sensibilità.
Durante la serata di inaugurazione, a partire dalle ore 19:00, si terrà inoltre una performance poetica, guidata dalla poetessa Antonella Rizzo. Un incontro poetico dedicato al tema della “tradizione”, arricchito dal contributo artistico di Adokou Zambè . L’evento vedrà una prima lettura a cura della poetessa e una successiva performance a due voci con Adokou Zambè . Questo dialogo tra la lingua italiana/salentina e quella togolese creerà un “ponte” poetico fatto di suoni e parole, un vero e proprio viaggio interculturale.
L’obiettivo della mostra è quello di promuovere un dialogo aperto e costruttivo, incoraggiando la creazione di relazioni positive e arricchenti tra individui provenienti da background diversi. Una celebrazione della ricchezza della diversità umana e dell’importanza di costruire ponti culturali per una convivenza armoniosa.
Gli artisti
Patrick Joël Tatcheda Yonkeu
(1985, Camerun) vive e lavora a Bologna. Dopo una formazione scientifica al St Jean Baptiste di Bangangté, e un breve soggiorno all’Università di Dschang (matematica/informatica) e Yaoundé I (arti plastiche), decide infine di dedicarsi all’arte, laureandosi nel 2013 in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2016 ottiene un master in Arti Visive sul tema “Zen in Arte”.
Ricercatore incessante, continua il suo viaggio attraverso numerose collaborazioni tra Africa e Italia e attraverso la creazione di laboratori di pittura interculturali con scuole e associazioni della regione Emilia-Romagna.
Le sua ricerca artistica è sviluppata soprattutto attraverso pittura e scultura, ma l’artista non rinuncia ad altri linguaggi espressivi come l’installazione e la performance. La sua ricerca mira alla conservazione della pluralità del tempo, restituendo alla storia un inedito racconto oltre i confini culturali e le barriere linguistiche. L’artista tenta di decostruire gli archetipi contemporanei, ibridando e attingendo alle mitologie antiche e risalendo alla storia della civiltà umana. Così, attraverso le sue opere, lo spettatore è invitato a ripensare la storia.
L’artista è attualmente rappresentato dalla galleria Manuel Zoia di Milano e collabora stabilmente con altre gallerie e realtà espositive.
Adokou Zambé
(1989, Togo) vive e lavora a Ferrara. Fin dalla tenera età, è sempre stato immerso nel mondo dell'arte, tanto che il suo rapporto con la pittura è nato proprio attraverso la sua passione per la danza e la musica tradizionale africana, che gli ha permesso di affinare la sua sensibilità, il suo spirito di osservazione e la sua percezione a 360° degli esseri umani e del loro ambiente circostante. Grazie a questo background, ha iniziato ad approfondire il suo interesse per le arti performative, diventando sia performer teatrale che di danza contemporanea, accompagnandolo nei suoi diversi viaggi tra Ghana, Benin, Burkina Faso e Costa d'Avorio. Nel 2011, ha lasciato il suo Togo natale per una nuova avventura in Mali per studiare, approfondire le sue conoscenze e proseguire il suo sviluppo artistico. Con una laurea in Scienze Umane, nel 2014 ha iniziato gli studi presso il Conservatoire des Arts et Métiers Multimédia Balla Fasséké Kuoyaté (CAMM-BFK) a Bamako (Mali), dove ha conseguito una laurea triennale professionale in Arti Plastiche, che in seguito lo ha portato a proseguire gli studi con un Master in Arti Plastiche. Durante i suoi studi al Conservatorio, visto il suo grande spirito creativo, gli sono state offerte cattedre in alcune scuole superiori d'arte della capitale maliana, dove ha tenuto lezioni teoriche e laboratori di pittura, danza, teatro e serigrafia, permettendogli di condividere la sua esperienza e le sue competenze nel campo artistico con i giovani, creando progetti e spettacoli contemporanei che gradualmente lo hanno aiutato a farsi un nome nell'ambiente. Alcune delle sue opere sono state esposte al Palais de la Culture AHB-Bamako, all'Espace TUMAS Bamako, all'HGallery-Mali, sulla piattaforma online della Galerie ASUKART Diaspora Togo-Bénin e all'Espace GIZ Allemand dove nel 2020 ha anche vinto il premio tedesco GIZ sul tema della Sensibilizzazione dei giovani della città di Bamako alla pace, all'estremismo violento e alla coesione sociale. Grazie a queste esperienze, oggi è anche portavoce e responsabile della comunicazione per la FIFAC (Fédération Internationale des Formateurs en Art et Culture) in Togo, e fondatore di TACAR-MALI, una troupe artistica che porta l’arte e la cultura in dialogo attraverso il teatro, la danza e la musica.
Sokhna Mariama Diakhaté
Nata a Dakar in Senegal e vive in Italia da circa una decina di anni però si considera cittadina del mondo. Ama dipingere, leggere, scrivere e illustrare le sue storie. Il suo nome d’artista è Alien.
È appassionata di arte, teatro, musica, danza, fotografia e gastronomia. Il suo motto è: “L'amore, la cura e la perseveranza portano a risultati di qualità!”. Il suo esordio letterario è “Natura” (2015) seguito dal libro “Il Senso della Vita” (2018), entrambi in riedizione. Da diversi anni fa parte a di realtà associative presenti sul territorio italiano fra cui Vagamonde, associazione costituita da donne migranti e native, sita a Parma, che da oltre un decennio svolge le proprie attività con particolare riguardo verso la migrazione femminile e verso il concreto affermarsi dei diritti di cittadinanza per tutte le persone che vivono in Italia. dal 2017, ha inoltre intrapreso un significativo percorso di impegno sociale unendosi all'Associazione “Africa Solidarietà – ONLUS”. Questa libera associazione, apolitica e apartitica, opera senza scopo di lucro con la nobile finalità di sostenere attivamente iniziative volte a promuovere lo sviluppo nel continente africano.
Attualmente, Alien sta lavorando a una mostra personale intitolata "Umanità". Questo progetto ambizioso nasce dal desiderio di riportare al centro la "sacralità dell'essere", l'unicità di ogni individuo e l'importanza di ogni vita, in contrasto con la superficialità e l'indifferenza che spesso caratterizzano la società contemporanea.
Nelle sue opere, Alien predilige le personificazioni e le metafore per rappresentare idee, concetti e i pilastri fondamentali dell'esistenza e della società. Attraverso queste figure simboliche, l'artista intende evidenziare gli "scogli" invisibili, le barriere create nel tempo che rischiano di incagliarsi e separare l'umanità. La sua arte si configura così come un invito alla riflessione, un tentativo di scardinare le divisioni e di riscoprire la profonda connessione che lega ogni essere umano.
Antonella Rizzo
Salentina di nascita, Antonella Rizzo ha intrapreso un ricco percorso formativo tra studi classici e umanistici. Inizialmente dedita alla ricerca accademica, ha poi optato per una strada autonoma. Il suo intenso dialogo con il Senegal e le comunità migranti ha segnato il suo arrivo a Milano, dove attualmente insegna nelle scuole di periferia. Accanto all'insegnamento, coltiva la passione per la poesia e la ricerca sulle identità plurali e diasporiche, che osserva con l'ammirazione che si riserva ai paesaggi. Il suo contributo si esprime in due raccolte poetiche e in numerosi saggi di pedagogia e antropologia.
Corals Gallery
Via Evangelista Torricelli 21
20136 - Milano
info@coralss.it
https://www.instagram.com/coralsartgallery/
Opening 7 aprilemaggio 2025
h. 18:30 – 21:00
Apertura al pubblico dal 8 al 31 maggio 2025
Lunedì - Venerdì dalle ore 15:00 alle 19:00
Apertura fuori orario su appuntamento
Domenica chiuso